Destinazioni

Alla scoperta delle meraviglie in sardegna

Ecco per voi alcuni consigli sulle destinazioni imperdibili  durante un viaggio in Sardegna.

Il Nuraghe di Barumini

Il sito archeologico Su Nuraxi, situato a pochi chilometri dal centro abitato, è il più famoso esempio di nuraghe, un complesso difensivo caratteristico della civiltà nuragica. Un viaggio archeologico al Nuraghe di Barumini è un’occasione imperdibile per scoprire la Sardegna più autentica. Il sito è situato in una posizione strategica, su un’altura che domina una vasta e fertile pianura. La sua costruzione risale all’Età del Bronzo, e il suo stato di conservazione è eccellente. Il nuraghe è costituito da una torre centrale, alta 18,60 metri, a cui sono collegate altre tre torri. La torre centrale è suddivisa in tre piani, e al suo interno sono presenti numerose camere. Le altre torri sono collegate tra loro da cortine murarie. Il sito archeologico di Su Nuraxi è circondato da un esteso villaggio nuragico, che comprende capanne, silos e altri edifici. Il villaggio era abitato da migliaia di persone, e testimonia la ricchezza e la complessità della civiltà nuragica. Il sito è un patrimonio dell’umanità UNESCO, e rappresenta una testimonianza importante della storia e della cultura della Sardegna.

Porto Flavia

Si trova nella frazione di Masua, nel territorio di Iglesias, ed è un’opera ingegneristica unica al mondo. Il porto fu costruito tra il 1922 e il 1924, e permetteva l’imbarco diretto dei minerali estratti dalle miniere di Masua e Nebida. Il progetto fu realizzato dall’ingegnere veneziano Cesare Vecelli, e l’opera fu realizzata da oltre 1.000 minatori. Porto Flavia è un’opera grandiosa, sospesa a metà di una parete rocciosa. Il porto è costituito da due gallerie sovrapposte, che si aprono a picco sul mare. Nella galleria superiore si caricavano i minerali, che venivano poi trasportati nella galleria inferiore tramite un nastro trasportatore. Da lì, i minerali venivano caricati sui piroscafi grazie a un braccio mobile. Porto Flavia fu un’opera fondamentale per lo sviluppo dell’industria mineraria in Sardegna. L’opera permise di ridurre i tempi e i costi di trasporto dei minerali, rendendoli più competitivi sul mercato internazionale.

Miniera di Montevecchio

Montevecchio è un complesso minerario del Medio Campidano, situato nel territorio di Arbus e Guspini. È stato uno dei più importanti centri dell’industria estrattiva del sud-ovest della Sardegna, e oggi è un sito del Parco Geominerario della Sardegna, patrimonio dell’UNESCO. La storia di Montevecchio inizia nel 1848, quando re Carlo Alberto concesse lo sfruttamento dell’area a Giovanni Antonio Sanna. L’attività estrattiva fu subito molto redditizia, e la miniera arrivò a ospitare oltre 1.000 operai. Montevecchio fu un centro di innovazione tecnologica. Nel 1870 fu inaugurata la prima ferrovia mineraria della Sardegna, e nel 1890 fu installata la prima macchina a vapore per l’estrazione dei minerali. La miniera di Montevecchio visse un periodo di grande splendore fino agli anni ’60 del Novecento. In seguito, a causa della crisi del mercato dei minerali, l’attività estrattiva fu gradualmente ridotta, fino alla definitiva chiusura nel 1991. Oggi, Montevecchio è un sito di archeologia industriale. Il complesso minerario è stato restaurato e aperto al pubblico, e offre ai visitatori un’esperienza unica alla scoperta di un mondo ormai scomparso.

Tarros la citta sommersa

Tharros è un sito archeologico situato sulla penisola del Sinis, in Sardegna. Le rovine dell’antica città, fondata nell’VIII secolo a.C. e abbandonata nell’XI d.C., testimoniano oltre due millenni di storia. Il sito è un importante centro archeologico, e ospita resti di diverse civiltà che si sono succedute nel corso dei secoli. I resti più antichi sono quelli del villaggio nuragico, risalente all’Età del Bronzo. Successivamente, Tharros fu abitata dai fenici, che la trasformarono in un importante emporio commerciale. In epoca cartaginese, la città divenne una fortezza militare. In epoca romana, Tharros fu una fiorente città, e fu sede di un’importante colonia. In epoca bizantina, Tharros fu il capoluogo dell’isola. In epoca arborense, Tharros fu la capitale del giudicato di Arborea.

Miniera di Serbariu a Carbonia – Museo del carbone

Il sito minerario di Serbariu, situato a pochi chilometri da Carbonia, è un’importante testimonianza di questa attività estrattiva. Il giacimento, attivo dal 1937 al 1964, copriva un’area di 33 ettari e comprendeva nove pozzi di estrazione e cento chilometri di gallerie. Il lavoro dei minatori era duro e pericoloso. Per estrarre il carbone, gli operai dovevano scendere in profondità, in condizioni spesso precarie. Le gallerie erano strette e buie, e l’aria era irrespirabile. La storia di Carbonia e del suo sito minerario è raccontata nel Museo del Carbone, inaugurato nel 2006. Il museo, ospitato in un edificio ristrutturato, offre un percorso immersivo nella vita dei minatori. La visita inizia nella lampisteria, dove è possibile ammirare una ricca collezione di lampade da miniera. Si prosegue poi nelle gallerie, dove è possibile vedere gli strumenti e le attrezzature utilizzati dai minatori. Il museo ospita anche una sezione dedicata alla storia di Carbonia, con fotografie, documenti e filmati d’epoca.

Galleria Henry Buggerru

È l’emblema dell’epopea mineraria di Buggerru, pittoresco borgo costiero nel sud-ovest della Sardegna: una volta attraversato il tunnel, ti troverai di fronte a una vista straordinaria che si apre sull’azzurro del mare. Un intricato labirinto di tunnel scavati nella roccia si presenta in modo scenografico, offrendo panorami mozzafiato sulla costa sud-occidentale dell’isola. La visita alla galleria Henry, ora resa sicura e accessibile su prenotazione, si trasforma in un autentico viaggio nel tempo all’interno della celebre e produttiva miniera di Pranu Sartu a Buggerru. Durante l’andata, un pittoresco trenino elettrico segue il tracciato della vecchia ferrovia a vapore, mentre il ritorno avviene a piedi lungo la suggestiva galleria ‘pedonale’, un tempo percorso dai muli da soma. I camminamenti scolpiti nella roccia seguono l’intera falesia, con tratti bui interrotti di tanto in tanto dalla luce proveniente da enormi finestroni ricavati nella parete della montagna, affacciati sul mare. Il panorama più spettacolare si svela alla fine del percorso: ti affaccerai a 50 metri sopra il livello del mare, godendo di una vista mozzafiato che domina la costa e gli edifici del paese.

Villa Siotto Sarroch

La Villa Siotto costituisce un capitolo importante nella storia recente di Sarroch, essendo stata commissionata tra il 1907 e il 1912 da uno dei membri della prestigiosa famiglia Siotto di Cagliari: l’avvocato Giuseppe Siotto, conosciuto tra i sarrochesi come Don Pepicu. Composta da tre elementi distinti – la Villa, le Pertinenze e il Parco – l’azienda agricola Siotto ha origini che risalgono alla seconda metà dell’Ottocento, fondata da Luigi Siotto, padre di Giuseppe Siotto Pintor. Le Pertinenze, originariamente una serie di edifici legati alle attività principali dell’azienda, sono state completamente restaurate. Il Parco, esteso su circa 11 ettari, ospita rare specie botaniche. La posizione della Villa è particolarmente suggestiva, situata su una collinetta con il prospetto frontale rivolto verso il paese. Dopo la scomparsa dell’ultima erede di Giuseppe Siotto Pintor, il Comune di Sarroch ha acquisito la Villa, le Pertinenze e la collezione fotografica di Giuseppe Siotto Pintor, che immortalava i membri della famiglia e gli operai dell’azienda agricola. La mostra fotografica è situata nell’ultimo piano della Villa e presenta 326 fotografie che rappresentano il territorio di Sarroch, momenti di vita quotidiana della famiglia Siotto, i loro dipendenti e la comunità del paese. La collezione, composta da un totale di 1251 foto, è stata interamente acquistata dal Comune di Sarroch.

La Corte in Giorgino o Villa Ballero

Arte che passa dalla mente alla mano, per arrivare al cuore: è l’artigianato. Utensili, accessori e oggetti del quotidiano diventano decorazioni creative del vivere. Il passaggio tra l’idea e il manufatto è un momento magico, che segna il rapporto tra l’uomo e le cose, e che è chiamato “lavoro”. L’artigianato sardo moderno è figlio di storia e tradizione, frutto di tecniche tramandate di padre in figlio, dal mastro all’apprendista, dal passato al futuro.

Giardino Sonoro di Pinuccio Sciola

A San Sperate, a pochi chilometri da Cagliari, si trova il Giardino Sonoro di Pinuccio Sciola, un parco d’arte contemporanea famoso per le sue sculture che emettono suoni. “Le mie sculture per ora sono qui, nei luoghi in cui le ho piantate perché mettessero radici e tornassero a vivere. Un giorno che non conosco, spero tornino all’Universo che le ha generate”. Oggi, molte di queste sculture sono radunate nel Giardino Sonoro, il primo parco d’arte pubblica della Sardegna. Le sculture sonore di Sciola, che hanno girato il mondo e continuano a farlo nonostante la scomparsa dell’artista nel 2016, sono utilizzate anche come veri strumenti musicali in concerti. L’idea alla base di queste opere è quella di coinvolgere non solo il senso della vista o del tatto, ma anche quello uditivo, rappresentando la forza sonora della terra. Il Giardino Sonoro è un luogo d’arte che si esprime in molte lingue del mondo, dove le sculture di pietra producono suoni ancestrali e mistici, creando un’esperienza coinvolgente che permette ai visitatori di apprezzare Arte e Natura in una dimensione inedita.

Villa D’Orri

La dimora gentilizia dei Marchesi Manca di Villahermosa, ubicata a Sarroch nelle vicinanze di Cagliari, è celebre per aver accolto illustri figure storiche, inclusi Carlo Felice di Savoia e sua moglie Maria Cristina di Borbone. Conserva gran parte dei suoi arredi originali e custodisce preziose memorie e tesori legati al periodo dell’esilio sabaudo in Sardegna (1799-1814). Essa rappresenta l’unica “villa reale” in Sardegna ed è circondata da un parco rigoglioso, arricchito da varie specie arboree e maestosi esemplari di Ficus Magnoliodes. La villa, insieme alle sue collezioni, pertinenze e al parco, è stata ufficialmente riconosciuta dal Ministero per i Beni Culturali e Ambientali per il suo significativo valore storico e architettonico come complesso monumentale. Particolarmente degna di nota è la Cappella dedicata alla Vergine del Carmelo, che presenta un notevole legame con la festa di Sant’Efisio.

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